Una delle “torri” del nuovo tribunale di Salerno sarà intitolata a Diego Tajani. La notizia l’ha ufficializzata il Procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore, Antonio Centore, nel corso dell’intervento che ha preceduto l’inaugurazione della sede che a Vietri sul mare ospiterà il Centro studi e ricerche Diego Tajani, la terza dopo quelle aperte a Cutro e a Reggio Emilia.

Sta dando frutti importanti, dunque, il lavoro di ricerca e valorizzazione della figura del magistrato e politico nato a Cutro, portato avanti negli anni prima dal senatore Maurizio Mesoraca, oggi dal Centro studi e ricerche di cui è presidente. Un lavoro riconosciuto anche nel corso degli interventi che, nell’incantevole sala affrescata del Comune di Vietri, hanno preceduto l’inaugurazione della sede del Centro studi nel comune di origine della famiglia Tajani. Il sindaco, Giovanni De Simone, squisito padrone di casa, ha sottolineato la necessità di tenere i riflettori bene accesi sulle infiltrazioni sempre più pervasive delle mafie nel tessuto economico della Costiera. Ha quindi rinnovato l’impegno suo e della sua amministrazione nell’approfondimento della figura di Diego Tajani e delle numerose questioni che ha posto nella sua lunga carriera, di concerto con Cutro e Reggio Emilia.

Antonio Gazia, direttore artistico della Congrega letteraria di Vietri, ha ricordato i primi passi del percorso di collaborazione tra le “due patrie” di Tajani iniziato ormai qualche anno fa. Quindi l’intervento dello storico Aniello Tesauro, che ha fornito notizie interessanti sulla storia della famiglia Tajani, e spunti utilissimi nel processo di conoscenza e valorizzazione della figura di Diego Tajani, che è uno degli obiettivi principali del Centro studi e ricerche a lui intitolato.

Gli interventi,  moderati dal giornalista Andrea Pellegrino, sono proseguiti con quello del presidente del Centro studi e ricerche Maurizio Mesoraca, che ha raccontato il modo in cui ha scoperto Diego Tajani ed ha ricostruito, in anni di lavoro presso le Camere del Parlamento, il valore assoluto dei suoi interventi in tema di lotta alla mafia, politiche per il Mezzogiorno, riforma della Giustizia. Si è quindi, soffermato sul tema della legalità: “Dobbiamo continuare a chiederci perché lo Stato non è ancora riuscito a sconfiggere le mafie – ha detto – come in passato ha sconfitto il banditismo, il terrorismo. È evidente che ci sono livelli di protezione, corruzione e collusione altissimi, in campo politico ed economico”. “Uno dei mezzi che abbiamo per sconfiggere le mafie è la cultura – ha proseguito – che dobbiamo contribuire a diffondere anche tra i più giovani”. Molto interessanti anche le conclusioni del Procuratore Centore, che ha approfondito i temi legati alla lotta alle mafie tramite l’aggressione dei patrimoni dei clan; ha sottolineato alcune incongruenze legate alle procedure che regolano l’assegnazione dei beni confiscati, e richiamato la necessità che le leggi dello Stato si adeguino alla battaglia che si deve combattere contro le mafie. “Anche se – ha chiarito – l’Italia è maestra in questa lotta”.

Un confronto a più voci, dunque, estremamente partecipato e dallo spessore elevatissimo, che ha contribuito a descrivere l’estrema complessità della figura di Diego Tajani:  “un uomo che in una sola vita – ha concluso Centore – ha fatto ciò che altri farebbero in cinque o sei vite. Una figura che è patrimonio della nazione”.

 

Prossima tappa di questo percorso sarà – il prossimo 8 giugno a Cutro – la prima edizione del “Premio Nazionale Diego Tajani”, che vedrà la partecipazione di grandi personalità. “La scelta di Tajani non é quella di un personaggio qualsiasi – ha concluso Mesoraca – È una scelta che può aiutare Cutro, Vietri, Reggio Emilia e l’intero Paese a confrontarsi su problemi di grandi importanza ed attualità, come la presenza delle mafie, i problemi del Mezzogiorno, il futuro delle giovani generazioni. Un progetto sul quale sono al lavoro intellettuali di primissimo piano”.

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